Luca Mattedi
“I CRISTI E LE MADONNE SI CERCANO E SI PAGAN CARO PER AMOR DELLA PITTURA”.
LA FORTUNA DEI PRIMITIVI A FIRENZE
E IN TOSCANA FRA SETTE E OTTOCENTO

Nel pieno della stagione dell’Illuminismo, dominata dal culto e dall’amore per l’antichità classica, un ristretto quanto eterogeneo gruppo di collezionisti (gentiluomini, cardinali, abati, diplomatici, segretari, ecc.) cominciò a manifestare un nuovo interesse per le arti del Medioevo, volgendo così lo sguardo verso un orizzonte antiquario non ancora esplorato. Firenze, e più in generale la Toscana, furono luoghi cruciali per la nascita e la diffusione di questo nuovo gusto collezionistico. Mentre il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena apriva con grande orgoglio al pubblico la Galleria degli Uffizi (1769), nelle case private fiorentine prendeva forma la passione per i cosiddetti “Primitivi” (ossia quegli artisti attivi indicativamente fra il XIII e il XV secolo), che influenzò notevolmente il gusto e il mercato del tempo. Il presente intervento, prediligendo quale osservatorio privilegiato la realtà gigliata, vuole illustrare al pubblico la genesi e le ragioni di questa nuova curiosità erudita, ponendo l’attenzione sui protagonisti di tale rivalutazione artistica. Si vorrà altresì mettere in luce le modalità attraverso cui le opere “primitive” a quel tempo venivano giudicate e lette e, nondimeno, risaltare il ruolo che questa forma di collezionismo rivestì nell’azione di tutela, che impedì ipso facto la dispersione di molte testimonianze artistiche.

Stagione: Autunno 2024
Data: 24 ottobre 2024

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